But the cat came back..

..it just couldn't stay away.

Un po' come i pensieri: non se ne vanno mai.

giovedì 18 novembre 2010

Love Poem

love is a law too pure to make sense
love is smiling at the world
the way a dog smiles at a fance
love is a tender waiting that blooms into speech
love is the mirror we're convertig when we preach
love is unclicking your lips of lies
and it's swinging your hips and closing your yes
love is fallen leaves dancing through the brain
and it's the comfort that comes in the depths of pain
love is a child-poet's boat that's drunk on infinity
and the freedom that grows in chosen captivity
love is swallowing your pride like the night's first drink
and saying yes before taking any time to think
love is a mouth climbing through cliffs of hair
love is a circular dream to share
love is the fuse that turns seed into weed
and it's the line that separates need from greed
love is a mango rotting on the roof
love is an assertion without proff
love is the planet's rivers swimming through earth
and an invisible wisdom that begins before your birth
love is the lust that can't keep us apart
love is walking to work with a trust in our art
love is the only known protecion
against unutterable loneliness
and it's the turh of each moment and only this
love is a remembering that the soul is for listening
and the heart is for seeing
and it's also the spirit of mystery
which sometimes takes the fragrand shape
of another human being

                                    [from Surface - Matt Hetherington]

Più la leggo e più mi innamoro.
E' un capolavoro. Non penso sarei capace di descrivere l'amore in modo migliore.
Ho pensato che sarebbe stato carino condividerla con voi

Un'esame e poi è finita.
Psicologia, a noi due.
Eh sì.. comodo in Australia, non è vero? Mentre voi vi gelate dal freddo lassù, noi qui ci godiamo l'estate!
(:

venerdì 29 ottobre 2010

Respira.

Quanto costa inseguire i propri sogni?
Li leggi nelle biografie dei grandi, che hanno preso e sono andati alla ventura, senza preoccuparsi di soldi, lavoro, famiglia.
Sono quelli i nostri modelli, il nostro sogno. Quelli che non hanno bisogno di scrivere storie perchè le storie stesse parlano di loro.

Dove si trova il coraggio di prendere e andare? Senza sapere cosa ci aspetta, cosa c'è laggiù?
Vivere ogni avventura, ce nè sempre una dietro l'angolo.
Non avere paura del mondo, apprezzarlo fin che c'è tempo, che non è tanto. Non saremo qui per sempre.
Mi piacerebbe lasciare qualcosa di speciale a questo mondo che mi è piaciuto tanto.
Qualcosa di utile, bello e un po' inusuale. Non qualcosa comune.

Magari un libro che in fondo, in fondo è un po' un regalo al mondo. Un'ode alla sua bellezza.
Gli uomini parlano del bello, usando belle parole e la bell'arte che hanno imparato. Quello che si tramanda a scuola non sono solo numeri e lettere, ma arte.
Vorrei avere un'arte un po' mia da donare a questo mondo.
Vago di luogo in luogo alla ricerca della mia arte. Ne ho provate tante, musica, canto, scrittura, pittura. Ma quale sarà la mia?
Spero di avere abbastanza tempo per trovarla e trovare me stessa.

lunedì 28 giugno 2010

Ironia Inglese.

E quando pensi di aver afferrato tre biscotti, tiri su la mano dalla busta e scopri che sono due e mezzo.

domenica 27 giugno 2010

I proverbi dei bevitori

http://vicozzarecords.wordpress.com/2010/06/24/proverbi-dei-bevitori-2/#comment-5487

Fatevi un giretto quassù, gente, merita!


A chi guida non far sapere quanto è buona la Ceres nel bicchiere.

Ambasciator non porta bere.

Chi ha sete non ha il bicchiere, chi ha il bicchiere non ha sete.

Chi mangia salato torna sempre ubriaco.

Chi si accontenta beve.

Chi va piano non rovescia il bicchiere.

D’amor non si beve.

E’ facile fare lo sbronzo con il bicchiere degli altri.

Errare è umano, l’amaro è Lucano.

Gli shot sono i primi a farsi sentire.

Il diavolo fa le pentole ma non i Bacardi.

I soldi vanno sempre dove c’è il bar.

L’ignorante afferma, il saggio dubita, il sapiente beve.

La birra è la virtù dei forti.

Il Centerba non muore mai.

Il lime viene sempre a galla.

Le vie del baretto sono infinite.

Meglio Bacardi che mai.

Sano con i tuoi, marcio con chi vuoi.

Ad ogni santo la sua secca.
Non rimandare a domani quello che puoi bere oggi.

Tanti Campari, amicizia lunga.

Rosso di mattina, il mal di pancia s’avvicina

venerdì 25 giugno 2010

HM.

E'.. quella specie di inquietudine che ti fa impazzire.

La dura legge.

Non devi dimostrare che sia Utile,
ma far credere che sia Indispensabile.

venerdì 28 maggio 2010

Eh.

Quasi sembra di essere finito in un mondo a cui non sei mai appartenuto. di aver preso un'identità che non era quella tua, di prima, e ti ci trovi nel mezzo, così, con addosso i problemi di qualcun altro.

mercoledì 19 maggio 2010

Ebbene.

Chi fa della satira, spara a zero contro tutto ciò che è autorità tanto per far vedere che è un vero rivoluzionario, chi fa il politicante e poi le sue prime fonti sono proprio quei giornali di politica che tanto dice di otiare, beh.. io credo che queste siano persone che in realtà non hanno nulla da dire, ma pensano che a dire le cose in un certo modo faccia figo.
Quindi tanto vale far finta di avere delle idee che non sono tue solo perchè in questo momento fa figo avere quel tipo di idee.

Ma vaffanculo, montati del cazzo.

mercoledì 5 maggio 2010

Le anziane alla fermata del bus.

"Alle tre e mezza! Tira, tira, alle tre e mezza. O zio ca, siete duri, eh? Tutti a tirare."

"L'amicizia è un dono del signore. L'amicizia è un dono del signore. L'amicizia è un dono del signore."


Si beh, ogni tanto mi fanno strano i discorsi delle vecchiette alla fermata.
Chissà, avranno un senso loro.
Saranno ripescate da qualche profondità della memoria che viene su come un flash, tipo deja vu, ma più consistente.. tanto che si impone sul presente.

Ogni tanto mi piacerebbe capirle, le vecchiette.

lunedì 26 aprile 2010

Recensioni & co.

Inizio a pensare che chi recensisce film non sappia più apprezzare un film semplice e un po' non convenzionale, senza troppa azione. Soprattutto quando si tratta di biografie: la vita non è sempre così mutevole, ballerina e piena di novità. Ci sono anche i periodi morti, quelli noiosi, quelli fatti da sospiri.


Che stiano cercando troppo?
Insomma, perchè mai un film lento in tempi moderni debba essere giudicato decisamente peggio di un film lento di 50 anni fa?
Almeno metteteli sullo stesso piano, no?


Questo bisogno di immagini veloci e scene mozzafiato mi stanno facendo venire il mal di testa.

lunedì 19 aprile 2010

Non c'è più romanticismo.

In un mondo in cui avere un moroso è diventato un must, il romanticismo non esiste più.
E le persone diventano oggetti, da tenere sulla mensola, come tanti altri, e dopo un po' ci si stanca di quello lì e lo si vuole cambiare.
Rischiamo di diventare al pari degli oggetti che produciamo, tanto siamo immersi nel consumismo. Nasciamo consumatori.

E' una concezione arrivata così a fondo nella nostra mentalità che neanche ci accorgiamo di essa. Ed è quasi impossibile liberarsene.
Mi sono accorta anche io di averlo fatto, e forse non c'è da stupirsi se ora vado controcorrente e mi godo la mia vita da single, aspettando piuttosto qualcuno con cui mi trovo davvero bene e con cui ho intenzione di condividere quello che sono. Non il primo tipo carino che mi capita sotto il naso.

Mah.

lunedì 12 aprile 2010

Un minuto di attenzione per l'informazione.

Scusate, ma ora bisogna fare un appunto riguardo le notizie che circolano in questi giorni.

Non riesco a credere che perfino la qualità, la quantità e soprattutto il contenuto di telegiornali, newspapers & co. sia regolato da un meccanismo sin troppo simile a quello delle sfilate.
Eh sì, MODA.
Vi rendete conto? No, non è una frase fatta, è un interrogativo serio che tutti dovremmo porci.
Ora, per esempio, vanno di moda i preti pedofili.

Con questo articolo non intendo nè difendere e tantomeno accusare nessuno (se non la stampa, s'intende), ma sono del parere che su questo argomento si stia speculando un po' troppo senza criterio.
Io sono per una condanna oggettiva di chi commette il reato.
Posso capire lo scandalo che tale atto da parte di un religioso possa - e debba - procurare, ma il repentino passaggio dall'indignazione allo stereotipaggio (se è un neologismo perdonatemi), no, quello non lo giustifico proprio.
Com'è che da un mesetto a questa parte, tutti i preti di colpo sono diventati pedofili?
Insomma, ci vorrebbe un attimo di giudizio non influenzato dal ruolo che un religioso svolge.
Ci siamo forse dimenticati che sono umani e per di più di sesso maschile?
La pedofilia, oltretutto, è una malattia che può benissimo essere già insita in un individuo prima della ordinazione ecclesiastica.
A mio avviso, preti, non preti, politici, babbuini, sono pedofili uguali a tutti gli altri.
E come tali devono essere trattati.

E' come se un italiano uccidesse suo padre, e agli occhi del mondo di colpo tutti gli italiani diventasse patricidi.
Dico, vi piacerebbe?
E' un po' l'errore che ha fatto la chiesa con gli ebrei, che li incolpava tutti indiscriminatamente di deicidio, quando gli unici a portarne la colpa erano quei quattro farisei.


Bene, ora ditemi, ma non vi sembra mai che le informazioni che vi giungono siano decisamente strumentalizzate e manovrate?
Questa è la provocazione del giorno, tenetela a mente.
Bah.
In questo mondo di consumatori anche l'informazione è diventata una consumazione che per essere svenduta al pubblico deve essere piccante, sconvolgente e magari pure un po' falsicchia, come un passaparola tra le donne di un vicinato, che aggiungono pian piano dei dettagli piccanti e fantasticosi alla vicenda, cosicchè all'ultimo che arriva è decisamente diversa dal principio.
Com'è che diceva Cristicchi?
Ah, sì.
"La verità è come il vetro che è trasparente se non è appannato e per nascondere quello che c’è dietro basta aprire bocca e dargli fiato."

domenica 11 aprile 2010

Quella conversazione con l'inglese.

Ebbenene.
In 400 anni non è cambiato niente.
M'immagino l'espressione un po' scioccata e incuriosita di chi ha appena letto questa frase. Ma cosa vorrà dire? Cos'è quest'eresia? E dove la mette la scienza?
Piano. Piano.
Andiamo al perchè di quest'esclamazione.

Ieri parlavo con Fiona, londinese trapiantata a Modena. (dall'inghilterra all'italia è un bel salto eh?)
Siamo finite come al solito su argomento società moderna, l'italia del nord, modena e i suoi figli di papà e i social climbers di oggidì.
E sapete che vi dico?
Che in 400 anni non è cambiato niente. Non so se è l'italia con la sua lentezza conservatrice o se è qualcosa di esteso ovunque, ma certo è che nel Nord del nostro paese, dove tutti si definiscono Europei evoluti e riformati.. beh, esiste l'artistocrazia VIPS e exclusive, che si tiene ben lontana dal volgo comune, la middle-class che spende e spande nella speranza di diventare parte di quell'aristocrazia così sognata, poi c'è la gente comune, quelli che se ne sbattono, quelli che invidiano e quelli che cercano di prendere le distanze da questo quadro sociale, inneggiando ai tempi moderni.

Beh, a mio parere sembra di essere in un libro di Jane Austen.

Ci saranno state tante innovazioni around the world  in questi tempi, ma vi dirò, la mentalità qui è sempre la stessa, in cui i genitori si passano il mestiere con i figli, di "dove c'è barilla c'è casa" e barilla è solo in italia quindi se te ne vai vivrai una vita in solitudine, delle leggende metropolitane sul Mondo, New York, il Sud Italia e i Beatles.
A piena dimostrazione della mia tesi, vedi l'età media dei politici, vedi la mafia che è talmente radicata nella nostra cultura che ormai è impossibile da debellare del tutto, perchè perfino tuo nonno potrebbe essere un mafioso.


Mbah.
Tempi moderni? Macchè.
Siamo stati impiantati nel 2000, ma dal 1600 a ora non è che è cambiato poi così tanto.

giovedì 8 aprile 2010

♪ bananas!

One banana,
two bananas,
three bananas,
four!
Five bananas,
six bananas,
seven, and there's more!
Eight bananas,
nine bananas,
ten bananas.. OH!
There are no bananas in the basket anymore!


Haha.
L'ho baciato e penso alle banane.
Fico.
Beh al resto ci penserò domani.
E non so come si metteranno le cose.
Ma io ci penserò domani.


♪ banana - banana - banana - banana ♪

martedì 6 aprile 2010

Alla deriva.

Col fiatone in gola corse sul ponte, si sbracciava, urlava, i denti digrignati quasi in preda ad un dolore lancinante. Fradicio. Si appese all’albero maestro ma le mani non s'aggrappavano al legno bagnato. Una cassa gli scivolò addosso, scricchiolò, lui la schivò. E gemette.

“Capitano!”
Penetrò con le unghie nel legno dell’albero. Mollare voleva dire morire.
“Capitano, per la misericordia, risponda!”
Quell’onda nera carica di rancore e di rabbia lo immobilizzò. Sbattè la testa contro l’albero maestro, non lasciò la presa. E di colpo li vide tutti, i suoi giorni, sciolare via così. Nella pece dell’oceano lui riconobbe i volti scuri di chi non aveva mai creduto in lui, di chi gli aveva voltato le spalle, di chi, come quell’onda, aveva volubilmente modificato la sua inclinazione, per abbattersi su di lui.
“CAPITANO! Cosa diavolo stiamo aspettando?”
Un urlo disperato, avventato, malato, straziato. La sentiva la presa che vacillava. Non ora, non ancora.
- Silenzio-


“Porca miseria capitano risponda, qui moriamo tutti!”
“La deriva”
Un sussurro fioco e spento, lontano, così lontano che gli sembrava già di essere all’inferno e di percepire solo la parvenza delle parole dei vivi.
“Aspettiamo la deriva, Maresciallo”.


Una seconda ondata.
Mollò la presa.

Scherzetto..

Va bene, facciamo che porto avanti tutti e due i blog perchè mi piace sia wordpress che blogspot :D

Trasferimento

Oh! Appena arrivata e già me ne vado!

 Hahah eh sì, non so se sarà momentaneo o che, ma comunque mi sposto su:

venite a farmi na visitina ogni tanto (:

ps: per quello che seguono il blog: seguite l'altro!
XD

domenica 4 aprile 2010

Quella storia che conosciamo tutti.


Dall'alto del suo scaffale numero tre, guardava verso il basso. Sapeva che quello era l'ultimo gradino a cui sarebbe giunto. Preferiva difatti non considerare il cesto della spazzatura. Beh tutti lo sanno che da quello scaffale non si scende. Mai.
La sua migliore amica era la polvere da circa due anni. Sì perchè prima era allo scaffale numero due. Lì la mamma passava ognu tanto lo scopettone per pulire un po'.
Ma allo scaffale numero tre non passava nessuno. Nemmeno le mosche ci passavano.
Non era stato sempre così. Anzi, il tempo in cui era stato così era molto inferiore a quando prima era tutto diverso. Che strano, come possano cambiare le cose, eh?
Lui era stato il suo preferito. Aveva superato tutti, anche la bambola che faceva la pipì. lo vestiva, lo coccolava, quando era triste lo abbracciava forte e lo inumidiva con qualche lacrima. L'aveva gettato a terra più volte, arrabbiata, per poi correre subito ad abbracciarlo e curarlo. L'aveva portato con sè dovunque, perfino davanti al preside, che voleva assolutamente che lei lo tenesse a casa, e non a scuola.
E ora era lì, sullo scaffale numero tre.

A marzo, infatti, era arrivato un qualcosa di nuovo. Un ragazzo, neanche eccessivamente bello, simpatico, dolce. Fatto di carne, e non di pezza come lui. Sì, ma non aveva la sua storia. Era freddo, era troppo nuovo. Lui le aveva passate tutte con lei, e lei ora aveva solo attenzioni per lui.
Era stato felice sempre per lei. Quando aveva ricevuto il suo primo nuovo cavallo a dondolo, e ci dondolavano insieme. Quando le avevano regalato il computer, e lui le aveva fatto scoprire il mondo in due click, quando aveva avuto il primo morosino, e piangevano insieme poi guardando le loro foto quando era finita.

Stavolta però era diverso. Proprio non ci riusciva a sorridere, e gli sembrava che da lì fosse cominciato un punto di non ritorno.

L'aveva poggiato sul letto prima. Ma era diventato di troppo quando dovevano fare l'amore. Allora, per non finire a terra, era stato messo sulla scrivania. Lentamente e silenziosamente era scivolato sul primo scaffale.
Aveva cominciato a capire che le cose si mettevano male, ma lei ogni tanto tornava a fargli una carezza, lo abbracciava al petto e poi lo riponeva con delicatezza.

In un anno però, tra alti e bassi - di scaffali - si era ritrovato al terzo. E da lì non era più sceso.
Li vedeva, nella camera di lei, passare il tempo. Ma lui non esisteva già più, nel suo mondo. Un ricordo del passato.

E dal suo scaffale guardava e pensava.
Pensava e diceva, no, non è la vita che fa schifo.
Fa schifo come la gente ti usa e ti getta.

Quella conversazione col bambino

L: E dimmi Francesco, quant'è che sei alto?
F: 7 minuti!

giovedì 1 aprile 2010

Quello stupore che ti mancava.

Ooh.
Prima vedevo solo muri pieni di libri, avevo leggiucchiato qualche titolo, niente di chè, raccolte d'arte, così.
Eh sì, avevo banalizzato quelle quattro mura coperte di volumi, volumetti, opuscoli, roba di due secoli fa'.
E oggi. Oddio, oggi. Il resto della band stava intonando il pezzo e io ho visto. Ho visto Lacan. Quei seminari introvabili su cui Barani ha appena fatto il seminario.
Mi guardo intorno.
E' pieno di libri di filosofia! Estetica, poesia, il tempo, oh il tempo.
Un paradiso.

E non me n'ero mai accorta prima! Ho iniziato a segnare tutti i titoli che mi piacevano, ho pregato Nico che chiedesse a suo padre se me ne prestava qualcuno. Come si fa in biblioteca, che ne prendi un num max e li devi restituire entro un mese. Che emozione!

Il primo che prenderò è "Del bello - Plotino".
Mi ha affascinato la prima frase "Il bello è".

Stupendo, stupendo.
Che emozione.


Mi emoziono con poco, sì.

mercoledì 31 marzo 2010

Quel punto di non ritorno.

La Banalità.
Il punto di arrivo di più o meno tutti quelli che un tempo furono gloriosi.

Credo che questo mondo, fatto di flash, sparaflash, computer e immagini a raffica mi abbia tolto il piacere della lentezza. Del leggere anche, e dello scrivere.

Non so proprio più fare le prime cose che ho imparato. E che mi piacevano.

Mi rimane solo la Banalità.

sabato 27 marzo 2010

Gli uomini e.. il WEB.

E' divertente vedere come nel mondo della tekne e del WEB (o come direbbe Barani, UEB), anche questi poveri disgraziati di uomini cercano di adattarsi e di fare ciò che è loro più congeniale: rimorchiare.

Msn. Facebook. Twitter. Blog. Chi più ne ha più ne metta!

Certo che, passare dal virtuale al reale poi.. è un bel casotto.
E se le due cose si mischiano?


Cari maschietti, vi dico solo che le fanciulle preferiscono le vecchie maniere.
Gioco di sguardi, il macho si avvicina, annusa la donna, la prende per i capelli e poi la trascina nella caverna.
Okay, forse siamo andati un po' troppo indietro nel tempo..

anyway, la 'real life' è impagabile, signorotti.
se vuoi provarci con me su feisbuc, caschi male, fidati.

temo di aver perso qualsivoglia fiducia nei rapporti esclusivamente virtuali, o che nascono in questo modo.
Eeh, c'est la vie.

giovedì 25 marzo 2010

Conosci te stesso.

Ed è un po' strano, no?, quando sei convinta che non ti piaccia più - ed effettivamente l'ultima volta che l'hai visto non ti piaceva affatto.
E poi, viene un giorno che lo rivedi.. e smetti di capirti.
Di capire cosa intendi dire quando dici di conoscerti.
E poi non ti conosci per niente.

venerdì 19 marzo 2010

Na, na, na.. modern times.

C'era una volta un uomo.
Che guardò dalla finestra.
Canticchiò una canzoncina.
E si buttò giù.

Per sette piani non smise di cantare.
E qualcuno, alla fine dei suoi giorni, si accorse di lui.


E dopo due giorni se ne dimenticarono.

giovedì 18 marzo 2010

.

Sai quei momenti in cui, boom, capisci tutto, di botto, è un botto, e tutto quello che non ti era chiaro, che non capivi perchè si era comportato così, ecco, poi lo capisci, ma d'improvviso, è l'improvviso, in un momento, così, e neanche lo vorresti magari, però lo capisci, è l'unica cosa che puoi fare, puoi solo capirlo e dire cazzo, l'ho capito. Quei momenti che sai che ci sono ma è meglio che non ci siano, che lo sai che lo vuoi scoprire, ma in fondo in fondo non lo vuoi, e quando lo scopri è un bel casino, perchè capisci tutto, proprio tutto, il perchè di quel gesto, di quella cosa lì, di quello che ti sembrava strano e non aveva un perchè; ma stava bene senza un perchè, non c'era bisogno di quel perchè, andava okay così. e invece no, arriva un perchè e tu capisci tutto, sono quei momenti da film che ti sembrano così irreali che quando si avverano fanno troppo boom, ed è un vero casino. più casino di una vecchia Motomorini, di un'Harley, di quello che ti pare, ma così tanto che non riesci nemmeno a parlare, a pensare, a piangere, ridere, pisciare. niente.

ed è proprio un bello schifo.

mercoledì 17 marzo 2010

Ahi. Un po' di male, lì dentro al cuore.

Sono quei colpi che sai che prima o poi arriveranno ma non ti rendi ben conto del fatto che prima o poi arriveranno sul serio. E quando arrivano, per quanto te l'aspettavi, per quanto sia giusto che arrivino.. fanno proprio un bel BOOM.

lunedì 15 marzo 2010

Amour.

A mio parere, giovani e vecchi potrebbero innamorarsi tranquillamente.
L'amore insegna, è questo il suo bello.
E se il giovane potrebbe imparare la saggezza, il vecchio certo rinnoverebbe la spensieratezza.

Però non capisco perchè, in questo mondo un po' strano, è quasi considerato alla stregua di un peccato, di un amore adulterino.
"E' contro natura", ma chi te lo dice?
L'amore - se è amore - non è mai contro natura.

Che dispiacere.

Geroglifici dell'amore.

Lei voleva decifrarlo.
Quelle lettere, così piccole e confuse - anzi, confusissime, che si fondevano intrecciandosi in abbracci ora più lievi e poi a tratti scuri e tozzi. Sembrava musica, non parole. O forse un dipinto. Un elettrocardiogramma, ecco, sì. Su e giù, e ancora su e giù. Si vedeva da quello, che lui aveva il mare, nel cuore.
E lei voleva decifrarlo.
Quei pensieri, quelle parole sottili, come geroglifici fenici. Oh, forse intravedeva, un emistichio "La logica si sottopone alla legge del padre". Oh, sì, eccole, quelle parole che prendevano consistenza dinanzi ai suoi occhi.
Ancora pagine e pagine di blu. Che lei voleva decifrare.
Era il suo modo di amarlo. Perchè sì, lei lo amava. Ma il suo non s'azzardava a chiamarlo Amore Platonico, dal momento che poco le era noto della materia - e fare un qualche strafalcione così grave proprio con un Filosofo, le avrebbe fatto perdere la faccia con niente.
Si limitava a decifrarlo. E lo viveva in silenzio.
Ma in fondo, era il suo modo di amarlo. Perchè sì, lei lo amava.

Secondo voi, se lo chiede?

Mi chiedo se tu te lo chiedi che io ogni tanto mi chieda queste cose.

domenica 14 marzo 2010

Pensiero due.

Credo che il punto chiave che ogni uomo, nella sua vita, cerca di fare proprio anche senza saperlo, e continua a girarci attorno - fino a che un giorno non guarda il cielo e i prati e le stelle e l'aria fresca di primavera, e sorride - è che:

La vita è bellissima.



sempre e comunque.

Pensiero uno.

Noi siamo il riflesso che proviene dagli occhi degli altri.
Siamo fieri di noi se gli altri sono fieri di noi, diventiamo sempre più felici quando leggiamo nello sguardo altrui la felicità che comunichiamo.
Ecco perchè i greci avevano tanti verbi per esprimere la vista.
Ecco perchè tanta attenzione agli occhi, allo sguardo.

Infatti, diciamo "come ci vedono gli altri" e non "come ci sentono gli altri" o "come ci percepiscono", per esempio.

venerdì 12 marzo 2010

Cerebroleso.

Eh, l'ho sempre detto io.
Ci sono delle parole che io so, ma non so. Insomma le so, ma le so qualche volta. Infatti, la maggior parte delle volte non le so. Ma appena le sento le so, e mi ricordo che le so. Passa poco tempo però che io smetto di saperle e tornano ad essere delle so-non so.

E' il caso della parola cerebroleso. Insomma, io la so, e la dovrei sapere sempre perchè è un vocabolo che mi si addice senza alcun dubbio.

Eppure la so e non so.
Oh, ma che disdetta.
Chissà quante altre parole che potrebbero fare al caso mio in tante situazioni e che io credo di non sapere, ma in fondo so. Solo che per questa mia credenza finisco per non saperle quando mi servono, di conseguenza sembro una che non sa, quando le cose le sa!

Eh.
Perdinci.

Regressione o rinnovamento?

Beeeene, domani ho l'esame del cambridge, FCE.
Quiiindi cercherò di scollegare il cervello, non pensarci e.. scrivere!

Oggi riflettevo. (ma t'oh!)
Leggendo scritti antichi, o anche semplicemente qualcosa di qualche decennio fa, ho notato un modo di scrivere completamente diverso.
Più ricercato, serio e formale. Ho visto che c'è ancora qualcuno con questa "impostazione" (vedi: mio padre).
E invece, ultimamente, noto sempre di più testi fuori dalle righe, ripetizioni volute, punteggiatura omessa o sfasata, congiunzioni abusate. Ma è tutto nella norma. Insomma, è un vero e proprio modo di scrivere, e devo dire che a me piace e ne faccio largo uso. Credo che sia capace di avvicinare la mia scrittura alla realtà.
Ma appunto per questo, non sarà forse un riflesso dell'attualità? La necessità del nostro scritto di regredire per rientrare nella nostra consuetudine?
Questa potrebbe essere una ipotesi.
Un'altra - più moralista devo dire - sarebbe quella di addebitare il mutamento ai social network, instant messaging e chi più ne ha più ne metta: ci stiamo abituando sempre più ad utilizzare lo scritto per esprimerci come faremmo a parole, perchè sms, msn, cmmff (ok, questo è inventato, ma non ho saputo resistere (-:) sono diventati i nostri nuovi mezzi di comunicazione.
Quante volte abbiamo avuto la tentazione di, piuttosto che parlare direttamente in faccia con una persona, scriverle un messaggino, un'email?
"Abusando" dello scritto in questa maniera - anche se forse dovremmo dire che abbiamo inventato un nuovo uso dello scrivere - si perde l'eclusiva formalità che gli era propria.
Pensateci, i blog che noi leggiamo ci sembrano quasi che possano parlare. Ecco, alcuni articoli, recensioni, forse no. Sono due modi diversi di utilizzare la scrittura. Hanno in effetti anche scopi diversi, l'uno attirare il lettore, l'altro dare informazioni.. ma comunque, ho notato la difficoltà - più delle generazioni a me vicine che delle precedenti - di scindere i due stili scrittorei e di tornare al formale.
Dipende molto anche dall'educazione scolastica, eh, dal gusto dell'insegnante di italiano (esempio, alle elementari avevo una che adorava lo stile aulico, alle medie una che lo odiava, al ginnasio una indifferente e al liceo una che sembrava uscita da un dizionario di italiano e più parole variegate utilizzavi, meglio era) eccetera. Ma questa è un'altra storia.

Siamo davanti alla morte della scrittura?
O all'inizio di una nuova fase, una nuova nascita?


Mentre vi lascio a cogitare, mi vado a fare 'na bella tazza di latte.

mercoledì 10 marzo 2010

Anyway..

Trovo inopportune le vecchiette che ridono senza alcun valido motivo.

Monologo.

Click. Click. Click.
Cerco un po' di blog interessanti, ne commento qualcuno, chissà che non passino a sbirciare sul mio. la vale mi ha insegnato un trucchetto per aprire i link, che le ha insegnato il suo moroso che ha imparato non-so-dove, che basta che clicchi la rotellina al centro e si apre n una nuova scheda senza troppi triccheballacche.
C'è neve, c'è un sacco di neve. Lo so e basta. Non la vedo, infatti, perchè me ne sto seduta alla buona sulla sedia, premendole ginocchia contro la scrivania e l'unica cosa che distinguo là fuori è il cielo bianco.
Quel bianco schifoso che quando vuoi fare le foto ti sfasa tutti i valori.
Sento. Le macchine sette piani più in basso che scrosciano sull'acqua nevischiosa spalmata sulle strade di Modena. Speriamo che domani chiudano le scuole perchè i miei appunti di stoia dell'Arte sono là abbandonati e io non sono per niente intenzionata a riaprirli. Eh ma la neve si sta sciogliendo. Che palle, probabilmente domani riaprono le scuole.
La sedia fa tonf. Porca miseria, solo che non si spacchi proprio ora, che poi finisco col culo nel buco e magari sbatto la testa, svengo e vado in coma.
Poi la mia anima gironzola per l'ospedale e arriva una medium o un angelo che mi dice "vè che nessuno ti vede, puoi pure fare il figo a svolazzartene di qua e di là, ma tanto in un mese ti staccano e muori perchè non ci sono posti negli ospedali per tenerci la gente in coma come te che si perde il tempo a svolazzare per i corridoi, neh".
ma perchè ha smesso di nevicare accidenti? Dai, una bella ghiacciata, una ghiacciatina che se il sindaco prova a dire che le scuole sono aperte, a scuola mi ci faccio portare in braccio da lui.
Dovrebbero fare come in canada, che quando di inverno nevica e ghiaccia tutto, il fiume lo fanno diventare una pista da pattinaggio. Sai che figo?
Oh certo che, neve a Marzo, zio bo.. a Marzo l'anno scorso c'era sole e caldo. E le fighine di Modena già sfoggiavano i loro gingilli appena usciti dalla sfilata Primavera/Estate 2009.

E invece qui nevica.
Nevica e c'è un sacco di neve.
E il mio libro di storia dell'arte è a scuola, bello sotto il banco, anzi, in succursale, e domani c'è la verifica e io mi fotto perchè nelle foto del libro che mi sono fatta mandare dalla vale non ci leggo niente.
Oh.

E invece qui nevica.

martedì 9 marzo 2010

Reminescenze.

Da piccola facevo un gioco un po' strano, ma carino.
Aprivo il dizionario d'italiano a caso e cercavo di imparare quella parola, se non la sapevo (:

Credo tornerò a farlo.
Dai, provateci, e ditemi qual'è la vostra parola del giorno!

La mia è promessa.

La sera. Stasera.

Mi chiedo perchè la sera, la notte, ogni emozione venga centuplicata.
Un tocco, un respiro, uno sguardo, una carezza o una frase.
Qualcosa che leggi e non ti va giù.
E inizi a pensare, e vai più a fondo di quanto speravi - e volevi.

Scavi talmente tanto che sei quasi vicino a toccare il fondo.
Così, quello che leggi su uno stupidissimo facebook diventa importante, fondamentale.. e soprattutto, ha impatto su di te.
Capito?! Una frase letta sulla bacheca di un altro, qualcosa che se non esistesse facebook tu manco verresti a sapere. Mai.

E invece eccotela, lì, bella in posa sullo schermo e non la puoi cancellare, non puoi proprio farci niente.
O ci stai male, o ci stai bene.

La sera sembra tutto così insormontabile.
Quel male che hai, te lo porterai fra le lenzuola.
E il giorno dopo, anche se non ci penserai, sai che avrà lasciato una piccola scottatura, pronta a farti ancora male quando sarai più fragile. Un'altra sera, magari.

E' un circolo vizioso. La sera bisognerebbe spegnere il cervello, io dico.
Oh sì, proprio disconnesso, in stand by, anzi, sistema arrestato.
Tum.

Ma come si fa?
Come fai quando un pensiero tira l'altro? Sguscia per sbaglio dalle labbra di qualcuno che, involontariamente, te lo porta sotto gli occhi. E, da cosa nasce cosa, ti ritrovi a pensarci. A pensarLo.
Ma la sera non puoi smettere, non puoi tapparti la testa di mille impegni, no.
La musica? Peggiora la situazione! Si fonde con le immaginazioni del pensiero e dà vita a un groviglio nell'anima pazzesco.

Spero solo di trovare il sonno, stasera.

domenica 7 marzo 2010

Hm.

"Perchè quando hai uno spazzolino a casa sua,
allora siete davvero legati."

venerdì 5 marzo 2010

Meno male che c'è Carla Bruni..

Devo scrivere due testi per la mia band.
Una delle canzoni non mi piace proprio, ma alla nostra audience piace.. mah!

Beh, ieri sera volevo scrivere un post. Ma di mattina ho detto "no dai, ne ho già scritto uno ieri notte, aspetto un po'", il pomeriggio "appena ho finito questo lo scrivo", la sera sono andata a teatro e vattelapesca.

Ieri volevo scrivere della nostalgia.
Ma oggi sono troppo poco ispirata per farlo.
Prima ho pensato a un racconto.
Ma ho così tante cose in testa che non mi vien voglia di scriverne uno.

Beh facciamo così, ora lascio in stand by, vado a ripassare filosofia e poi torno e scrivo qualcosa di serio.

Nel mentre, vi ammollo 'sta song.

giovedì 4 marzo 2010

Sbirciando..

Mi sono accorta, guarducciando di qua e di là, che tanti blogger qui su blogspot ci tengono a sottolineare che il loro non è un diario, un blog in cui scrivono tutti i singoli respiri della loro esistenza e così via.
Mi chiedevo, ma nel momento in cui li scrivi, li spiaccici su un blog "i tuoi fattacci", non diventano automaticamente una storia? Eh sì, perchè è questo che fa la gente, li legge come storie.
Che ne sanno loro che sono vere? Potrei raccontare di aver fatto sesso selvaggio per tutto il weekend ed essere invece una suora. O magari di aver mangiato un bignè alla crema di mirtillo a cui magari sono allergica.

Eh sì.
Ogni blog è una storia, un racconto.
Che sia fittizio o meno, ha la sua relativa importanza, non credete?

mercoledì 3 marzo 2010

Un nuovo blog!

Eh beh, splinder non mi bastava.
Non so perchè ho deciso di cambiare, sarà che blogspot mi dà quell'aria di formale e vintage che splinder non ha.
Diciamo che ho voglia di scrivere qualcosa. E di leggere, tanto.
Acci, come mi sono accorta dell'impoverimento graduale e sempre maggiore del mio vocabolario personale!
Credo di aver smarrito fin troppe parole negli anni.. e poi per cosa? Per far spazio a imprecazioni, gergo urbano moderno del genere "cisti", "tranzollo", "bella vecchio", "vai trà" and so on and so forth?

Naah.
Mi devo re-italianizzare.
Almeno prima di andare in Australia!

Ebbene, spero di scrivere a breve qualcosa.
A presto.